22 aprile 2013
GF Pantanissima
Dopo la corsa intitolata al Pirata, un paio di cose sono certe.
La prima è che tutti quelli che pensavano che la GF Pantanissima sarebbe stata una gara monotona e dallo sviluppo semplice, si è dovuto ricredere. Mai come in quest'edizione ci sono stati così tanti capovolgimenti delle situazioni di corsa.
Tutto ciò a riprova del fatto che non è il percorso che fa la gara, ma come i corridori interpretano il tracciato.
La seconda, più che altro una conferma, è che il livello medio dei cicloamatori, quest'anno è cresciuto a dismisura. Infatti, sullo stesso percorso del 2012 e con un numero di partenti simile, nonostante siamo andati tutti mediamente più forte dell'anno passato, in pochi hanno migliorato la posizione rispetto alla classifica 2012.
Tra le cose più belle di questa corsa, a mio avviso, il passo del Carnaio con il meraviglioso panorama quando si giunge in cima, l'attenzione per la sicurezza con le tante motostaffette, e il pasta party con vista mare, davvero degno di menzione per qulità e quantità.
I ricordi più brutti, invece, riguardano quella maledetta salita del Carpineta, e la fatica che ho fatto a forza di rilanciare per chiudere buchi.
Ma tanto lo facciamo perché ci pagano bene, no...?