28 agosto 2012

Oetztaler: un sogno ad occhi aperti

Eccoci tornati dalla trasferta austriaca. Ma un post sul blog non basta a trasmettere il turbinio di emozioni che di anno in anno continua a trasmettere l'Oetztaler Radmarathon, la granfondo di Solden.


Forse, solo le lacrime per la gioia e l'immensa soddisfazione al momento di scollinare l'ultima salita da parte di Raffo, esordiente sul durissimo percorso di 238 km e 5500m di dislivello, riescono a farci capire il senso profondo di questa corsa e quello che ti lascia nella testa e nel cuore (e anche nei muscoli delle gambe...).

Ma anche per me, sebbene alla settima partecipazione consecutiva, il richiamo verso quella valle incantata nascosta nei monti tirolesi è ogni anno irresistibile.
Così come è irresistibile il richiamo del Passo Rombo, una salita unica nel suo genere, che dai prati verdeggianti ti porta in mezzo alle rocce e ai ghiacciai perenni: più che una strada è un percorso interiore dentro se stessi.




Una granfondo estrema si, ma comunque fattibile per chi abbia buon fondo nelle gambe, forte motivazione, capacità di gestione e... denti a sufficienza nel pacco pignoni.

Dopo anni di sole, quest'anno le previsioni erano grigie. Ma a parte il mezzo fortunale che si è scatenato in cima al Rombo, tutto sommato il tempo ha retto abbastanza.

Per la cronaca, dopo anni in cui gli italiani la facevano da padrone, ha vinto un tedesco e i primi posti della classifica sono stati appannaggio di nazioni nordeuropee.
Ma per noi pedalatori della fatica, ciclisti per passione vera, in questa granfondo il risultato cronometrico è solo uno degli aspetti della manifestazione e non certo il più importante (e se lo dico io, che ho sempre il coltello tra i denti...).

Per il 2013 Raffo ed io ci riproveremo, sorteggio permettendo.