3 luglio 2013

Tratto da CyclingPro

DOPATO? MAI PIÙ LA TESSERA DA CICLOAMATORE. LA SVOLTA FCI. Aspettiamo di vederla nero su bianco: alla pubblicazione sul sito web federale mancano poche ore. Toccherà leggere bene le postille, le eccezioni, i casi particolari. Però, se sarà confermata così com’è annunciata, la nuova normativa regolamentare della Struttura Amatoriale Nazionale della Federciclismo già si annuncia come una rivoluzione etica, importante perché viene da un ente che sull’etica ha avuto spesso le idee molte confuse. Il caposaldo, la base di tutto è una norma molto chiara: a chiunque sia stato trovato positivo all’antidoping dal 1 gennaio 2014 in poi verrà negata A VITA la tessera da cicloamatore. Ergo, il dopato non potrà mai più mettersi un numero sulle spalle, gareggiare, entrare in una classifica. Una sola garanzia per lui una volta scontata la squalifica: potrà chiedere la tessera da cicloturista che gli consentirà di pedalare con la garanzia di un’assicurazione. Giusta, perenne punizione in questo girone dei dopati. E’ una norma sacrosanta, la cui approvazione è stata però complessa. Perché ci sono sempre stati i garantisti ad oltranza, coloro che avevano interessi di parte, i “conigli” timorosi di eventuali (improbabili) reazioni di avvocati e avvocaticchi vari. Non c’è nessun diritto al lavoro da tutelare: non sei un professionista, fai altro nella vita, ti sei dopato, io federazione ho il pieno diritto di non volerti più tesserare come agonista. Ora, naturalmente, bisognerà leggere bene la normativa. Qualcuno sperava nella retroattività (che non è stata applicata e si capisce), molti si chiederanno perché la normativa non abbia effetto immediato ma dal 1 gennaio prossimo. In ogni caso, ricordiamo che per la Fci è già in vigore il divieto di partecipazione alle gran fondo per gli ex dopati, sempre più confinati a scannarsi tra loro in prove di seconda e terza fascia. Ora naturalmente serve un secondo, decisivo passo. La Fci tessera più o meno un terzo dei cicloamatori italiani. Gli altri due terzi se li spartiscono in parti quasi uguali Uisp e Acsi-Udace. Gli altri (dallo Csain al Csi) come numeri contano come il due di picche. Ora la palla passa a loro: a parole hanno promesso di adeguarsi, in pratica staremo a vedere. L’Uisp ha da sempre una sorta di garantismo fuori luogo per i bombardoni delle due ruote (la maggior parte oggi è tesserato qui), l’Udace aveva preso una posizione nettamente contraria fino a quando è subentrato Acsi. Ora però il nuovo responsabile di settore (che ha vocazione “corsaiola”) pare rimangiarsi tutto. Speriamo che la volontà della base prevalga. Stiamo a vedere. Però è chiaro che per i due grandi enti questa è una sfida decisiva per la reputazione: o si sta dalla parte dell’antidoping e delle regole o da quella dei dopati.